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E sempre più chiaro che l'acqua sta diventando un bene molto prezioso da non sprecare inutilmente. I problemi legati alla disponibilità di acqua potabile dipendono proprio dall’uso scriteriato che ne facciamo, oltre alla crescita demografica vertiginosa e alla differente distribuzione delle precipitazioni e delle riserve idriche sul nostro pianeta. La preziosità dell’acqua potabile richiederebbe un diverso atteggiamento, volto soprattutto al risparmio, al risanamento, ad un prelievo razionale e ad un contenimento degli sprechi.

A peggiorare questo scenario che vede ridursi la quantità d’acqua dolce disponibile, negli ultimi anni si stanno anche accentuando alcuni fenomeni come la siccità prolungata o le precipitazioni brevi e catastrofiche (l’estate 2003 ne è un esempio significativo). Il futuro vedrà l’acqua sempre più destinata ad usi strettamente domestici; per tutti gli altri usi dovrà andar bene anche la cosiddetta “acqua riciclata”. Per quali utilizzi si può ricorrere all'acqua piovana?

  • Impianti antincendio (vasche di accumulo)
  • Servizi igienici non potabili (cassette di risciacquo e orinatoi)
  • Innaffiamento dei giardini od impianti di irrigazione
  • Lavaggio delle auto
  • Impianti industriali in genere (raffreddamento, lavaggio, risciacquo)

In cosa consiste un impianto di recupero acque piovane?

Un impianto di raccolta e riciclaggio acque piovane è costituito da alcuni componenti essenziali:

 

  • Il sistema di raccolta vero e proprio, cioè l’insieme delle superfici investite dalla pioggia, grondaie, converse, pluviali, caditoie, pozzetti di drenaggio e tubazioni di raccordo, che servono a convogliare l’acqua verso il serbatoio di accumulo.
  • Il filtro, che rappresenta il cuore dell’impianto ed ha la funzione di trattenere o separare dall’acqua tutto il materiale (fogliame, detriti, ecc…) che, andando a depositarsi nel serbatoio di accumulo, determinerebbe un deterioramento della qualità dell’acqua e un eventuale intasamento delle condotte o del sistema di pompaggio.
  • Il serbatoio di accumulo, cioè una cisterna prefabbricata o costruita in loco, di capacità appropriata, con un accesso sicuro e dotata di dispositivo di “troppopieno”. Quest’ultimo permette il convogliamento dell’acqua accumulata in eccesso verso la fognatura, verso il terreno (sistema di infiltrazione, pozzo perdente), oppure verso un sistema di smaltimento naturale (fitodepurazione o subirrigazione)
  • Una stazione di pompaggio dell’acqua raccolta verso l’impianto di utilizzo, nettamente separato dalla rete di acqua potabile.
Oltre al risparmio di acqua potabile, quali altri vantaggi offre un impianto di recupero?
Oltre al contenimento degli sprechi, va considerato anche l’aspetto ecologico. Le superfici urbane sono sempre più saturate di edifici e di strade, o di aree cementificate, che convogliano direttamente le acque piovane nella rete fognaria ed impediscono la naturale infiltrazione nel terreno: di conseguenza si riduce sempre più la formazione di nuova acqua sotterranea, che rappresenta la fonte principale di approvvigionamento acqua potabile.

Un impianto di recupero acque meteoriche consente di disperdere in loco l’eccesso di acqua raccolta (tramite il dispositivo di “troppopieno” collegato ad un sistema di infiltrazione), impedendo che questa “scivoli” via a causa della progressiva impermeabilizzazione dei suoli.
 
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